Se ti stai chiedendo come e quando arieggiare il prato, in questa guida troverai tutti i consigli più utili per riuscirci.
Per prima cosa, è necessario spiegare cos’è e a cosa serve l’arieggiatura del prato. Si tratta infatti di una tecnica che permette di effettuare dei solchi sullo scheletro esterno del terreno, per creare dei canali utili per favorire il passaggio di risorse fondamentali come l’acqua, l’aria e i raggi del sole. In questo modo si darà la possibilità alle piantine di svilupparsi nella maniera corretta, e in piena salute.
Quando si parla di questa tecnica, però, bisogna specificare che in realtà arieggiare il prato prevede l’effettuazione di due azioni precise e distinte, ovvero la sfeltratura e la scarificazione. La sfeltratura può essere intesa come un’arieggiatura “leggera”, in quanto si limita alla rimozione del feltro che ristagna in superficie. La scarificazione è più invasiva, e infatti crea dei piccoli solchi sul terreno rompendo le zolle, e favorendo ancor di più il passaggio di aria, luce e acqua.
Entrambe le operazioni possono essere svolte utilizzando un arieggiatore per prato, ovvero uno strumento (elettrico o manuale) in grado di rimuovere il feltro e di bucare il terreno, grazie ad un rullo con molle o lame.
Quando arieggiare il prato?
Innanzitutto conviene partire dalle tempistiche corrette, da conoscere prima di studiare come arieggiare il prato. Ci sono infatti delle linee guida che devono essere seguite, per poter completare correttamente queste operazioni.
Per ottenere un prato in salute, è importante arieggiare almeno due volte all’anno, così da permettere all’acqua, all’ossigeno, alla luce e ai nutrienti di raggiungere comodamente le radici delle piante. I momenti migliori per arieggiare il prato sono due: inizio marzo e inizio settembre, ovvero in autunno, dopo la stagione di crescita.
Nota: l’arieggiatura in primavera è essenziale, in quanto il terreno ha una temperatura più adatta, superiore agli 8 o 10 gradi.
C’è una regola che deve essere sempre seguita con molta attenzione, ed è la seguente: l’arieggiatura del prato deve avvenire quando il clima è mite, dunque quando non fa né troppo caldo, né troppo freddo. In quei due casi, infatti, il prato subirebbe un trauma non di poco conto. In sintesi, subito dopo l’arieggiatura, il manto erboso deve avere la possibilità (e il tempo) di riprendersi e di ricrescere serenamente.
Inoltre, è bene sottolineare un’altra informazione importante: la prima arieggiatura di sempre dovrebbe avvenire entro i primi 3 anni di vita dalla semina. In seguito, la si dovrà appunto ripetere una o due volte l’anno, ovvero in primavera e ad inizio autunno.
Infine, per essere messo nelle condizioni di reggere al meglio, è sempre il caso di arieggiare dopo aver tagliato il prato almeno una o due volte, usando ad esempio un tagliaerba elettrico a batteria.
La seconda fase di arieggiatura, cioè quella che avviene in autunno, serve per eliminare dal prato il muschio e il fogliame (feltro) depositatosi sul manto erboso. In questa maniera si favorirà ancor di più lo sviluppo e la crescita degli steli.
C’è un solo caso in cui il prato può essere arieggiato una volta ogni 2 anni, ovvero quando il terreno è molto morbido e sabbioso. In tutti gli altri casi come minimo si consiglia di arieggiarlo almeno una volta l’anno, due se la terra è argillosa.
Come arieggiare il prato?
Dopo aver visto quando arieggiare il prato, adesso arriva il momento di capire come procedere. Come detto, bisogna seguire alcune regole necessarie per garantire la salute del nostro manto erboso.
In primo luogo, ti ricordo che il prato dovrebbe essere stato rasato almeno due volte, e inoltre è necessario che l’altezza dell’erba non superi i 3-4 centimetri circa. Infine, la terra dovrebbe essere asciutta e secca, quindi l’arieggiatura del prato non può avvenire né in inverno, né dopo aver irrigato.
Fatte queste doverose premesse, ora arriva il momento di prendere la macchina per arieggiare e regolare l’altezza delle lame o delle molle, se si desidera anche scarificare il terreno. Per la semplice rimozione del feltro in superficie, invece, questa operazione non è necessaria, ma ovviamente le molle dovranno almeno toccare il terreno.
L’arieggiatura dovrebbe avvenire eseguendo dei passaggi ad incrocio a 90 gradi: questo permetterà di eliminare in maniera efficace il feltro che si è depositato sul prato. Lo puoi capire facilmente guardando questo video:
Ovviamente l’uso di un attrezzo manuale può andar bene per i piccoli prati, mentre per quelli grandi conviene sempre usare un modello elettrico o un arieggiatore a scoppio. I prodotti elettrici o con motore termico sono ottimi anche perché consentono di raccogliere il feltro rimosso, spingendolo dentro un sacco tramite un getto d’aria.
Quando si arieggia il prato, è importante muoversi sul manto erboso velocemente e mantenendo un’andatura costante, per assicurare omogeneità all’operazione. Nel caso in cui l’area del prato sia particolarmente malmessa, è possibile fare un’inversione a U e passarci in direzione contraria, così da eliminare con maggiore efficacia il feltro.
Se sei stanco e hai bisogno di una pausa, nessuno ovviamente ti impedisce di prenderla, perché tanto il prato non scappa. Ricordati però di spegnere la macchina, per evitare che possa surriscaldarsi il motore, e per una questione di sicurezza.
I modelli manuali chiaramente non causano alcun problema, ma sono meno efficaci, soprattutto se il feltro da rimuovere è molto. In quel caso potrebbero infatti servire più passaggi, di conseguenza avrai bisogno di più tempo e di una dose maggiore di energie. Per questo motivo, come ti spiegavo, quelli a mano non sono adatti per i prati medio-grandi.
Come arieggiare il prato a mano?
L’arieggiatura a mano del prato è un’operazione relativamente facile, che può essere eseguita con pochi e semplici strumenti, a patto di limitarsi ad un’area piccola.
I movimenti sono esattamente gli stessi che faresti con una macchina, solo che stavolta userai un attrezzo manuale. Grazie alle lame, potrai grattare la superficie del terreno per rimuovere il feltro e il muschio estivo, che potrai in seguito eliminare usando un rastrello per foglie oppure un soffiatore e aspiratore a batteria o elettrico.
Ti consiglio di iniziare ad arieggiare partendo da un’estremità del prato e procedendo in avanti, in senso verticale, per poi continuare a zig-zag, passando da una sezione all’altra del prato, come visto in precedenza.
Cosa fare dopo l’arieggiatura del prato?
Un po’ come avviene per la fase di taglio dell’erba, anche l’arieggiatura e la scarificatura del prato rappresentano un trauma per le piante. Di conseguenza, dopo aver effettuato il lavoro, dovrai prendere delle precauzioni per “ammorbidire” lo stress subito dagli steli.
Nello specifico, ti consiglio di irrigare il prato, e di nutrire il terreno con un concime ad alto contenuto di azoto. Pur non essendo un passaggio obbligatorio, può comunque risultare molto utile, in quanto aiuterà le piantine a riprendersi dal trauma e a rinforzarsi ulteriormente. Anche i prodotti biostimolanti possono andare bene.
Anche se l’arieggiatura del prato può essere intesa come un’operazione stressante per il manto erboso, è comunque necessaria per stimolare il ciclo di vita delle piante. Nello specifico, bastano pochi giorni per accorgersi che il prato assumerà una colorazione più viva e più verde, con steli più robusti e rigogliosi del solito.
Infine, capire come e quando arieggiare il prato è importante anche per un secondo motivo: questo trattamento, infatti, è ideale per preparare la terra per la semina e la trasemina. Eliminando il feltro, infatti, si darà la possibilità ai semi di svilupparsi senza grossi problemi.
Arieggiare o scarificare il prato: differenze
Ne approfitto per ricordarti che le operazioni di arieggiatura possono includere anche la scarificazione del prato, sebbene si tratti di un’operazione più invasiva rispetto alla semplice sfeltratura.
1. Sfeltratura del prato
Come abbiamo visto, è un trattamento fondamentale per ogni spazio verde e deve essere effettuato almeno una volta o due volte all’anno. La sfeltratura consiste sostanzialmente nella rimozione del feltro e dell’erba secca che si depositano sul prato soprattutto durante i mesi estivi, il che comprende anche il muschio.
In pratica, le molle o le lame grattano il terreno staccando i residui in questione, e poi questi ultimi verranno aspirati dalla macchina o rimossi a mano dal prato. La sfeltratura, che poi è sinonimo di arieggiatura, consente al prato di respirare, migliorando la sua salute generale.
È importante capire, infine, che arieggiare il prato significa anche curare il drenaggio del terreno: infatti, rimuovendo il feltro, si faciliterà l’arrivo dell’acqua alle radici delle piante. Si tratta di un’operazione meno invasiva rispetto alla scarificazione, dunque meno traumatica per il prato.
2. Scarificazione del prato
La scarificazione è un trattamento più invasivo e aggressivo rispetto all’arieggiatura, in quanto prevede l’uso di lame o dischi che penetrano in profondità nel terreno. Lo scopo è la rottura dello scheletro esterno e delle zolle che lo compongono, al fine di aprire dei canali che consentiranno una migliore penetrazione di elementi fondamentali quali l’acqua, la luce, l’ossigeno e i nutrimenti.
Trattandosi di un’operazione più stressante per il tappeto erboso, in genere si consiglia di eseguirla solo una volta all’anno.
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