Un buon concime per piante grasse deve possedere sia le capacità nutritive dei componenti organici che il valore aggiunto conferito dagli elementi minerali. Se a questi due aspetti basilari si aggiunge anche la natura porosa, classica della torba e delle alghe, insieme ai microelementi chelati, come boro, ferro, manganese e zinco, la miscela del fertilizzante per piante grasse si può considerare davvero completa.
Una nutrizione del genere, infatti, non solo migliora la salute della pianta grassa, ma ne aumenta la carnosità e la resistenza. Ma vediamo meglio quali sono i reali benefici dell’uso di un concime specifico.
I benefici di un buon fertilizzante per piante grasse
La presenza dell’azoto organico, che nei terreni sabbiosi è molto bassa, è fondamentale per far sì che nel concime la nutrizione sia capace di conferire alla pianta una maggiore forza e più resistenza. In più i minerali contenuti, e cioè boro, zinco, ferro e manganese, danno a questo tipo di concime una specificità che è mirata proprio alle piante succulente. E poi c’è da considerare che la presenza delle alghe, soprattutto quelle di tipo bruno, stimola e sostiene lo sviluppo vegetativo della pianta come se fosse in piena terra.
Conoscere le caratteristiche delle piante grasse
Le piante grasse sono dei vegetali particolari. Esse sono capaci, se curate e nutrite nella maniera giusta, di vivere molto a lungo e di trasferire all’ambiente che le circonda un tono esotico. Le spine, che abbondano sul loro fusto, rivestono a tutti gli effetti il ruolo radicale dell’approvvigionamento idrico. Il fusto, invece, si fa carico della fotosintesi clorofilliana. Un ruolo che, nelle piante legnose, è caratteristico delle foglie.
Si tratta comunque di piante la cui cura è davvero ridotta all’essenziale e, per coloro che si avvicinano al mondo del verde per la prima volta, occuparsene può diventare una maniera molto semplice e agevole per iniziare. In natura non esistono solo piante grasse giganti, ma anche piccole vegetazioni che è possibile coltivare facilmente in casa, in un vaso di pochi centimetri di diametro.
Per curare questi simpatici vegetali, infatti, servono solo ridotte razioni di acqua e piccole dosi di concime naturale per piante grasse. Ovviamente occorre anche fare molta attenzione al suo dosaggio e alla ciclicità.
Nota: se ti interessa, ho scritto anche una guida sul terriccio per piante grasse.
Utilizzo e dosaggio del concime per piante grasse
Il periodo più indicato per la distribuzione del concime è la bella stagione, quindi dalla primavera inoltrata all’estate. Il fertilizzante per piante grasse va diluito in acqua secondo le istruzioni riportate sulla confezione. In questo modo si possono svolgere ambedue le funzioni in una sola operazione. Ti troverai quindi ad irrigare e concimare contemporaneamente ogni volta che dai il composto alla pianta.
Generalmente è sufficiente diluire 10 ml di concime liquido in un litro d’acqua, agitandolo per bene e distribuendone la quantità indicata secondo la siccità stagionale. In estate, infatti, dovrai dare acqua una volta a settimana, mentre d’inverno acqua e fertilizzantedovranno essere riversati solo ad intervalli di quindici giorni.
Gli effetti di un concime naturale per piante grasse
Quando distribuisci con regolarità un concimerealizzato appositamente per queste piante, ottieni degli effetti che la sola acqua o, peggio, un concime inadatto non potrebbero mai darti. Queste composizioni mirate, infatti, migliorano l’assorbimento degli elementi naturali, e aumentano la capacità di fotosintesi. Inoltre riducono la sensibilità agli stress, regolano il PH, stimolano l’attività vegetativa, sostengono i periodi di fioritura e migliorano la capacità di mantenere i liquidi.
A questo punto non resta che conoscere un po’ più da vicino di che tipo di fertilizzante stiamo parlando e gli elementi contenuti.
Tipologia e composizione del concime
Il concime per piante grasse è del tipo a cessione programmata. Questa caratteristica fa sì che il fertilizzante, che è in forma liquida, ceda l’alimento alla terra, e di conseguenza alle radici, solo poco per volta. Ovviamente si tratta di un concime che pone molta attenzione al rapporto tra i suoi componenti, sia per quello che riguarda la parte organica che quella più specificatamente minerale. Quindi sono presenti certamente adeguate quantità di Boro (B), Ferro (Fe), Manganese (Mn) e Zinco (Zn).
Poi c’è un 5% di Azoto, di cui la percentuale più alta è rappresentata dall’Azoto Ureico, mentre l’Azoto organico è nettamente inferiore all’1%. Sono presenti anche Anidride fosforica e Ossido di Potassio. Quest’ultimo è solubile in acqua e a basso tenore di cloro. Il Boro, il Manganese, lo Zinco e il Ferro, contenuti anch’essi in percentuale molto bassa, sono solubili in acqua.
Il Carbonio organico invece è di origine biologica. Infine, almeno per quello che riguarda i minerali, c’è dell’Urea, in sospensione di concime PK. Tra i concimi di natura organica, invece, puoi trovare la borlanda fluida e un estratto fluido di lievito, nel quale sono state aggiunte le alghe brune. L’intervallo di pH è tra 4 e 6,5, al fine di garantire una buona stabilità della frazione chelata.
Tieni anche presente che questo tipo di concime, con la giusta diluizione, può essere ceduto sia in maniera radicale che per nebulizzazione sulle piante.
Come concimare le piante grasse
Per sapere come si concimano le piante grasse bisogna non dimenticare che la terra dei vasi tende ad impoverirsi molto più velocemente del substrato naturale. Anche per questa ragione gli elementi nutritivi vanno reintegrati più spesso. Tra gli elementi fondamentali che, di conseguenza, vanno ripristinati con maggiore frequenza, ci sono tutti e tre i nutrimenti di base: Azoto, Fosforo e Potassio.
Il primo, cioè l’Azoto, è di supporto soprattutto alla vegetazione, ma non bisogna mai esagerare con le dosi. Questo perché uno sviluppo eccessivo della parte aerea potrebbe indebolire la pianta. Il Fosforo, invece, è fondamentale per la fioritura e la fruttificazione. Il Potassio, infine, supporta la pianta nella fase conclusiva della vegetazione e della maturazione dei frutti. Poi servono anche Calcio e Magnesio.
La mancanza di Calcio fa funzionare male la parte dedita alla fotosintesi clorofilliana, mentre la presenza del Magnesio, che si integra direttamente nella clorofilla, serve ad assorbire il Fosforo. Infine i microelementi come Zolfo e Cloro, ma anche Ferro, Manganese, Zinco e Rame, sono pure importanti perché aiutano la pianta grassa nella costruzione degli enzimi.
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Ultimo aggiornamento 2023-09-24 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API