Lo sfagno è un vegetale che viene utilizzato dalla più recente vivaistica. Esso, infatti, è perfetto per idratare in maniera costante le radici delle piante, senza creare ristagni. Ovviamente ci sono delle piante che più di altre traggono beneficio dall’essere coltivate nello sfagno. Tra queste piante c’è l’orchidea. Prima però di parlare dello sfagno per orchidee, cerchiamo di conoscere un po’ meglio questo vegetale.
Cos’è lo sfagno?
Lo sfagno è una specie vegetale, simile ad un’alga, che galleggia sulle acque delle zone paludose e acquitrinose. I suoi sedimenti contribuiscono a creare quelle zone particolari, oggi protette a livello mondiale, che si chiamano torbiere. Il suo habitat è quasi interamente privo di sali minerali. La sua fibra, invece, è capace di trattenerne una quantità smisurata.
I paesi nei quali il suo sviluppo è più accentuato sono Cile e la Nuova Zelanda, ma può essere coltivato in appositi vivai dedicati. Ambienti nei quali vengano rispettate le caratteristiche del suo habitat, particolarmente umido e povero di sali. Esistono centinaia di varietà di sfagno, che crescono spontaneamente un po’ ovunque. Ma le più apprezzate sono quelle originarie del Cile e della Nuova Zelanda, che puoi acquistare già disidratate.
Le piante vive, infatti, essendo protette, non possono essere esportate, ma solo acquistate in un vivaio autorizzato. La forma di questo vegetale è a filamenti lunghi e carnosi, e il suo tessuto ha una conformazione capillare idrovora. Le sue capacità di assorbire e ridistribuire l’acqua lo hanno fatto diventare un supporto fondamentale per chiunque coltivi piante grasse, carnivore e orchidee.
Lo sfagno, in pratica, ha le stesse caratteristiche di una spugna. Esso, infatti, è in grado di assorbire acqua fino a 20 volte il suo peso disidratato. E questa proprietà è valida sia per la testa del filamento, che per il fusto o il suo piede, che fa da radice. E più le fibre dello sfagno sono lunghe e corpose, più è buono. Adesso diamo un’occhiata veloce alle sue caratteristiche, positive e negative.
Cos’è lo sfagno per orchidee
Lo sfagno, come tutti i prodotti naturali di origine vegetale, tende ad esaurire le sue proprietà. E finisce col reagire in maniera opposta alla sua natura. Questo vuol dire che si compatta, non cede l’acqua che assorbe e non fa circolare l’aria al suo interno. Tutte caratteristiche che sono fondamentali per la buona salute delle orchidee. Quindi lo sfagno per orchidee va rinnovato spesso, almeno ogni sei mesi.
Altra condizione, perché il muschio di sfagno possa essere considerato adeguato alla coltivazione delle orchidee, è la qualità. Per questa ragione sono da preferire le confezioni, provenienti dalla Nuova Zelanda, realizzate con le tipologie Premier e Supreme. Queste due tipologie, infatti, reggono molto bene l’usura anche se utilizzate in vaso. Il Classic, invece, o il Premier Strand, sono da preferire per le coltivazioni aeree, meno costipate.
Infine c’è da mettere in conto anche la capacità di trattenere e redistribuire l’acqua del tipo di sfagno che acquisti. Ciò perché ci sono orchidee che affrontano l’inverno solo se circondate da un ambiente completamente asciutto, ed altre invece che amano l’acqua tutto l’anno. Nel primo caso ti serve un muschio per orchidee che ceda l’acqua più velocemente, da innaffiare solo dalla primavera all’autunno.
Nel secondo caso, invece, scegli un tipo di sfagno ad alta ritenzione idrica, che sia capace di resistere a lungo in un vaso piccolo, senza deteriorarsi. Quando usi questo tipo di sfagno, però, devi bagnarlo solo se lo vedi completamente secco. Se non lo fai potresti dare origine a pericolosi ristagni, causa frequente di marciume radicale.
Nota: potrebbe interessarti anche la mia guida sulla torba acida di sfagno.
Come si usa lo sfagno per orchidee
Considera che il muschio di sfagno, utilizzato da solo, è un substrato perfetto per coltivazioni in aria aperta, con radici avvolte o appoggiate alle fasce dello sfagno. Se lo usi in vaso, invece, va mischiato alla terra ed utilizzato in dosi ridotte. In questo caso, infatti, le quantità devono essere limitate, come potrebbero essere quelle di un cubetto disidratato di un paio di centimetri, per un vaso da 12 cm di diametro.
E il cubetto va ben sminuzzato prima di essere mischiato alla terra che, comunque, deve essere molto soffice e aerata. Ciò perché molte orchidee prediligono un’alternanza tra bagnato e asciutto, mentre lo sfagno, da solo, produce costantemente umidità. Un inconveniente che è possibile superare solo se si sa dosare l’acqua da dare al muschio per orchidee con molta attenzione.
La maniera migliore, quindi, per usare lo sfagno per orchidee, è quello di avvolgere le radici della pianta in un cesto. Un canestro autoportante, creato intrecciando le sue fibre, al di fuori del quale ci sia un ambiente molto aerato. In alternativa, soprattutto se l’orchidea è in vaso, devi sbriciolare per bene il muschio per orchidee e poggiarlo sulla parte superficiale del substrato. Solo così potrai fare in modo che ceda l’acqua solo da sopra e non intorno alle radici.
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immagine di copertina: pixabay.com/it/photos/muschio-di-sfagno-rosso-muschio-6471525/
Ultimo aggiornamento 2023-12-08 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API